Indice
Questo tipo di impianto è normalmente impiegato per quei locali dove normalmente non sono previste lunghe soste e quindi non necessitano di ulteriori punti dove spegnere o accendere il punto luce del locale stesso.
La Teoria
L’elemento principale di questo circuito è chiamato interruttore. Il suo scopo è quello di aprire o rispettivamente chiudere il circuito elettrico ogni volta che viene azionato. Nella figura1 possiamo vedere lo schema di principio di questo circuito nello stato di “riposo” e quindi con la lampada spenta. Nel caso di attivazione dell’interruttore il circuito si chiuderebbe con la conseguente accensione della lampada. Il filo che dalla lampada arriva all’interruttore è chiamato ritorno.
La Pratica
Prima di cominciare a lavorare sul impianto elettrico ricordiamoci sempre della sua pericolosità e rispettiamo quindi le nozioni fondamentali.
Punto A colleghiamo l’ interruttore
Collegare un’ interruttore è relativamente semplice. Questo dispositivo presenta due morsetti, che come abbiamo visto nello schema precedente, dovremo collegare alla fase e rispettivamente al ritorno della lampada. Vediamo ora nel dettaglio come fare. Dopo aver preparato i conduttori, colleghiamo al morsetto centrale o principale il conduttore di fase (marrone, punto A figura 2) e al morsetto secondario il ritorno lampada (viola punto B figura 2) Per il tipo di dispositivo una connessione incrociata dei conduttori non porta a specifiche problematiche o violazione di norme, l’ inconveniente è rappresentato dal fatto che collegando l’ interruttore come in figura si ottiene che nello stato a riposo, quindi a luce spenta, la parte inferiore risulta sporgente, mentre se si collega al contrario risulta a lampada spenta la parte superiore sporgente. Non sempre infatti è possibile girare completamente la placca anche se l’ interruttore è l’ unico frutto, in alcuni casi se si monta il supporto capovolto si è poi “costretti” a montare anche la placca al contrario mostrando le eventuali scritte capovolte.
Punto B colleghiamo il portalampade
Nell’esempio il nostro punto luce sarà una plafoniera, dalla quale abbiamo già fatto passare i nostri file neutro, ritorno (nell’esempio viola), e terra. Ora non ci resta che collegare il portalampade presente nella plafoniera stessa. Il portalampade in figura è composto da tre elementi separabili, non tutti quelli in commercio naturalmente possiedono le medesime caratteristiche, ma tuttavia sono simili. Facciamo passare prima i fili nella base inferiore del portalampade.
Colleghiamo poi il neutro(filo blu chiaro) al contatto della virola (figura 3 punto A), che è il contatto che tocca la parte a vite (chiocciola) della lampadina. Il ritorno dell’interruttore va collegato sull’altro contatto (figura 3 punto B). Questo tipo di connessione è necessario per evitare che durante la sostituzione della lampadina toccando appunto la chiocciola della stessa si entri in contatto con la fase. Nella figura 3 punto C possiamo vedere dove andrà avvita la lampadina, in questo caso il filetto è in plastica e quindi un contatto accidentale è più difficile poiché la chiocciola della lampadina verrà a trovarsi a contatto con la virola quando essa sarà avvitata quasi del tutto. Tuttavia esistono ancora molti portalampada con filetto in metallo dove è più facile avere un contatto accidentale. vedi dettaglio Finito la parte di connessione possiamo avvitare tra loro le parti del portalampada. Aggiungiamo che se siamo in presenza di un lampadario o in generale comunque di un centro luce di metallo bisogna provvedere a collegare anche il filo di terra, che non sarà necessario collegare viceversa se si tratta di un centro luce di materiale non conduttore (plastica, ceramica, vetro ecc) Normalmente nelle plafoniere con base metallica è presente una vite con un simbolo di terra dove è necessario collegarvi il conduttore di terra.