Questo tipo di impianto è normalmente impiegato per quei locali dove si prevedono lunghe soste (sala,camere da letto) o transiti (corridoi vano scale ecc.)
Comunque più in generale per tutti i punti luce che desideriamo gestire da più di due punti diversi del locale.
La Teoria
Questo circuito è composto da due deviatori e da tanti invertitori quanti sono i restati punti da cui vogliamo gestire il nostro punto luce, se ad esempio dobbiamo gestire il nostro punto luce da quattro punti diversi del locale dobbiamo prevedere sempre i due deviatori più appunto altri due invertitori. Viceversa se la gestione del punto luce riguarda solo tre zone del locale dovremo aggiungere solo un invertitore
Nella figura 1 possiamo vedere lo schema di principio di questo circuito nello stato di “riposo” e quindi con la lampada spenta.Come indicato precedentemente vediamo che il circuito è composto da due deviatori che per comodità didattica sono stati indicati come deviatore A e Deviatore B, e tra loro è presente un invertitore. Si ricorda che se si devono gestire altri punti di accensione basterà aggiungere tra i due deviatori gli invertitori necessari collegando semplicemente in cascata tra loro gli invertitori Il deviatore A ha lo scopo di dirottare ( o appunto deviare) la fase su uno dei due rami del circuito e portarlo all’invertitore, il quale ha lo scopo di portare comunque la fase su uno dei suoi rami in uscita, permettendo cosi poi al deviatore B di chiudere il circuito e accedere la lampada o in alternativamente di aprirlo e quindi spegnere la stessa.
La Pratica
Prima di cominciare a lavorare sul impianto elettrico ricordiamoci sempre della sua pericolosità e rispettiamo quindi queste nozioni fondamentali.
Punto A colleghiamo il deviatore A
Prepariamo i conduttori per essere collegati. Come visto nella parte di teoria questo circuito è composto da due deviatori e da un invertitore. Iniziamo a collegare i due rami che dal deviatore A arrivano fino all’invertitore nell’esempio in figura sono costituiti dai due fili bianchi (figura 2 punto A) l’ ordine con cui vengono collegati questi due conduttori è irrilevante al fine del funzionamento del circuito. Infine non ci resta che collegare sul morsetto centrale la fase, che nell’esempio è di colore marrone (figura 2 punto B). Si ricorda che normalmente quasi tutti i deviatori presentano un tipo di connessione come quella nell’esempio, in particolare il collegamento della fase o del ritorno lampada al centro e i fili che collegano i due deviatori all’esterno, tuttavia è meglio verificare sul deviatore stesso la presenza di un simbolo grafico o di un’ indicazione in generale che contraddistingue il morsetto a cui si deve collegare la fase o il ritorno lampada.
Punto B colleghiamo l’ invertitore
L’ invertitore presenta 4 morsetti a cui collegare rispettivamente i due fili provenienti da un deviatore o da un altro invertitore e altri due morsetti che servono a collegare altri due fili per l’ altro deviatore o in alternativa un altro invertitore, possiamo parlare quindi di una coppia di morsetti di entrata e una coppia di morsetti in uscita. Per il funzionamento del circuito è necessario evitare di collegare ad una coppia di morsetti i fili provenienti da due deviatori o da due invertitori diversi. Per evitare problemi di questo tipo consigliamo di utilizzare un colore diverso per la coppia di fili che da deviatore vanno al invertitore o da invertitore ad invertitore, in alternativa è possibile contrassegnare ogni singola coppia con del nastro adesivo, nastrando tra loro i fili provenienti dallo stesso deviatore o dallo stesso invertitore. Nel esempio abbiamo una coppia di fili bianchi provenienti dal deviatore A e una coppia di fili rossi provenienti dal deviatore B. Normalmente le coppie di morsetti associate tra loro sono distinguibili attraverso dei simboli grafici (ad esempio con delle freccette) in generale si trova una coppia di morsetti in basso ed una in alto del componente. Si raccomanda comunque di verificare attentamente poichè una connessione errata porterà ad un funzionamento anomalo del circuito. Colleghiamo quindi la prima coppia di morsetti con i due fili bianchi provenienti dal deviatore A (figura 3 punto A), e la seconda coppia con i fili rossi che andranno al deviatore B (figura 3 punto B).
Punto C colleghiamo il deviatore B
Dopo avere collegato il deviatore A e l’ invertitore non ci resta che collegare il deviatore B. Anche in questo caso ritroveremo i due conduttori che rappresentano i due rami del circuito che provengono dall’invertitore e che andremo a collegare come in (figura 4 punto A). Per terminare il collegamento del deviatore B non resta che collegare il ritorno lampada che nell’esempio è di colore viola (figura 4 punto B)
Punto D colleghiamo il portalampade
Nel esempio il nostro punto luce sarà una plafoniera, dalla quale abbiamo già fatto passare i nostri file neutro, ritorno (nell’esempio viola), e terra. Ora non ci resta che collegare il portalampade presente nella plafoniera stessa. Il portalampade in figura è composto da tre elementi separabili, non tutti quelli in commercio naturalmente possiedono le medesime caratteristiche, ma tuttavia sono simili. Facciamo passare prima i fili nella base inferiore del portalampade.
Colleghiamo poi il neutro(filo blu chiaro) al contatto della virola (figura 5 punto A), che è il contatto che tocca la parte a vite (chiocciola) della lampadina. Il ritorno dell’interruttore va collegato sull’altro contatto (figura 5 punto B). Questo tipo di connessione è necessario per evitare che durante la sostituzione della lampadina toccando appunto la chiocciola della stessa si entri in contatto con la fase. Nella figura 5 punto C possiamo vedere dove andrà avvita la lampadina, in questo caso il filetto è in plastica e quindi un contatto accidentale è più difficile poiché la chiocciola della lampadina verrà a trovarsi a contatto con la virola quando essa sarà avvitata quasi del tutto. Tuttavia esistono ancora molti portalampada con filetto in metallo dove è più facile avere un contatto accidentale. vedi dettaglio Finito la parte di connessione possiamo avvitare tra loro le parti del portalampada. Aggiungiamo che se siamo in presenza di un lampadario o in generale comunque di un centro luce di metallo bisogna provvedere a collegare anche il filo di terra, che non sarà necessario collegare viceversa se si tratta di un centro luce di materiale non conduttore (plastica, ceramica, vetro ecc) Normalmente nelle plafoniere con base metallica è presente una vite con un simbolo di terra dove è necessario collegarvi il conduttore di terra.