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In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche delle termocamere e vediamo quali risultano essere i prezzi dei vari prodotti.
La termocamera, o telecamera termografica, è in grado di creare fotografie o video termografici grazie alla sua sensibilità alla radioazione infrarossa. Possono quindi essere realizzate mappe di temperatura di zone esposte grazie alla radiazione misurata, molto utili in ambito scientifico e militare.
Tipologie
Esistono due tipi di termocamere: le radiometriche e le non radiometriche. Le termocamere radiometriche sono in grado di misurare la temperatura assoluta in ogni posizione sull’immagine. In pratica la foto viene elaborata su una matrice di un determinato quantitativo di pixel per un certo numero di righe. L’immagine del corpo preso in esame, in bianco e nero o in falsi colori, viene poi creata dalla parte elettronica dell’apparecchio attraverso un’analisi molto rapida del quantitativo di energia accumulata in ciascun pixel. Le termocamere possono essere classificate in base al campo spettrale, la tipologia di sensore, la risoluzione geometrica, la minima sensibilità, la frequenza di acquisizione e la misura della temperatura.
Caratteristiche
Campo spettrale
-Il VIR è un infrarosso prossimo al visibile. Non è termometrico e trova applicazione nella riflettologia e nella fotografia IR.
-L’SW è un infrarosso ad onda corta. E’ molto utile nella misurazione di temperature piuttosto elevate, come quelle dei forni a combustione.
-L’MW è invece un infrarosso a onda media che può facilmente venire paragonato alle frequenze di corpi o gas per individuarli. E’ molto usato nelle immagini satellitari e in spettrografia.
-L’LW è un infrarosso lontano. Viene usato nelle misurazioni di temperature molto simili a quelle ambientali, e, per questo, è sfruttato in tutti gli studi nell’ambito terrestre.
-Il XLW è un infrarosso che si avvicina alle microonde. Viene utilizzato per misurare temperature molto basse (inferiori ai 250 K). E’ quindi molto utile in astronomia.
Tipi di sensore
Il sensore è quella parte dello strumento che più caratterizza una termocamera. Anche se normalmente si è soliti usare un sensore microbolometrico a massa, esistono anche sensori più precisi, come quello a matrice singola (scansione meccanica) e quello a matrice di punti. Esiste poi una differenza tra sensori non raffreddati e raffreddati con pompa stirling o con celle peltier. Questi ultimi sono molto più sensibili rispetto ai sensori non raffreddati e vengono utilizzati nella ricerca e svilluppo.
Anche la materia di cui è costituito il sensore influisce sulle prestazioni della termocamera: i materiali più utilizzati sono il silicio amorfo e l’ossido di vanadio. Il secondo è di grado superiore al primo, ma, per contro, ha una vita media minore.
I sensori microbolometrici vengono prodotti soprattutto negli USA, in Francia e Giappone. Per importare in Europa un sensore statunitense è però necessario che venga rilasciata al produttore una licenza di esportazione dal dipartimento del commercio, in quanto viene considerato “strategico”: per questo motivo, eccetto che per gli apparecchi con basse frequenze di acquisizione, i tempi di attesa per il ricevimento della merce diventano molto lunghi e solitamente superano i 3 mesi.
Risoluzione geometrica
La risoluzione geometrica influisce sulla qualità dell’informazione assimilata dalla termocamera, un po’ come capita nelle normali fotocamere. Le termocamere con risoluzione di 4×4 pixel possono essere utilizzate al posto di un pirometro ottico.
Quelle da 120×140 a 160×160 pixel sono adeguate a misurazioni approssimative nella manutenzione predittiva. Le termocamere con risoluzioni che vanno dai 240×240 a 324×324 pixel sono usate nelle manutenzioni e utilizzzabili in quasi tutti gli ambiti. Vengono considerate termocamere ad alta risoluzione quelle dai 500×500 pixel in su.
Minima sensibilità
Influnenzata tantissimo dalla tipologia del sensore e dalla parte elettronica di controllo dello strumento, la sensibilità minima è il grado di precisione con cui la termocamera è capace a identificare una differenza di temperatura tra 2 punti vicini.
Frequenza di acquisizione
Le termocamere con frequenze di acquisizione inferiori ai 33 Hz possono indagare sui processi statici, ma non possono essere utilizzate nelle manutenzioni meccaniche né su strumenti in movimento come gli organi meccanici. Quelle con frequenza tra i 33 Hz e i 60 Hz sono adatte a studi per fenomeni di breve durata e molto rapidi. Quelle con frequenze tra i 60 Hz e i 2 kHz sono invece utili in studi inconsueti come ad esempio il lockin e in indagini strutturali. E’ molto importante avere una termocamera con una frequenza di acquisizione adeguata per il tipo di utilizzo che se ne vuole fare: se per esempio si vuole rilevare la temperatura di un corpo che si muove o è l’operatore stesso che si sposta mentre effettua la misurazione, e l’apparecchio non ha un’adeguata frequenza di acquisizione, si può incorrere nello smearing sull’immagine e non avere una misura della temperatura precisa. Dovendo acquistare una termocamera la più conveniente come rapporto qualità-prezzo risulta essere quella con frequenza di acquisizione di 60 Hz o più, in quanto è possibile utilizzarla nella maggior parte dei casi.
Misura della temperatura
Per poter rilevare con una termocamera la temperatura in ogni precisa posizione sull’immagine in maniera adeguata, è necessario introdurre nell’apparecchio o nei software che in post processing rielaborano i dati, i seguenti parametri: emissività e temperatura ambiente o riflessa. Bisogna infine ricordare che alcuni strumenti per migliorarne l’utilizzo in ambiti civili e industriali possono presentare anche consentire l’introduzione di un sistema per registrare note in formato testo o vocali e fotografie nello spettro del visibile.
Prezzi Termocamere
Nella tabella che segue è possibile trovare informazioni sui prezzi delle termocamere in vendita online.
Cliccando sui vari prodotti è possibile visualizzare maggiori informazioni, come la descrizione delle caratteristiche e le opinioni e recensioni.