Negli impianti elettrici civili e industriali riveste un ruolo importante il concetto di rifasamento, che in fase progettuale non deve essere trascurato per evitare una serie di conseguenze negative che possono ripercuotersi sull’utente.
Prima di passare alla descrizione di questi aspetti, è importante accennare al concetto di rifasamento, o meglio, cosa significa rifasare un impianto elettrico.
Rifasare un impianto elettrico significa ridurre l’angolo di sfasamento tra la tensione e la corrente, in modo che il fattore di potenza, cosf, si avvicini il più possibile all’unità. Attualmente il valore minimo richiesto è 0,9.
Per capire meglio quello che si è affermato bisogna considerare l’impianto elettrico in senso specifico. Si è appreso sui banchi di scuola che negli impianti per l’avviamento di motori elettrici, insieme ad una potenza elettrica attiva, è presente una potenza elettrica reattiva. La prima viene trasformata in lavoro dal motore mentre la seconda è necessaria per la creazione di campi magnetici che sono indispensabili per il funzionamento della macchina. Risulta essere proprio la creazione di questi campi magnetici che determina un ritardo della corrente rispetto alla tensione chiamato appunto sfasamento.
Passiamo adesso alla descrizione degli effetti negativi che originano da un generico impianto elettrico in assenza di rifasamento.
-Il primo dato negativo riguarda la penalità, ovvero un costo maggiore dell’energia elettrica che l’utente deve pagare all’ente distributore.
-Il secondo aspetto negativo riguarda la maggiore sezione dei conduttori che si devono usare nell’impianto per compensare l’assorbimento di corrente elettrica.
-Infine, il terzo aspetto, legato al transito della corrente, riguarda le maggiori perdite di potenza in linea, che risultano essere proporzionali al quadrato della corrente.
In definitiva, il rifasamento consente in una gestione più economica dell’impianto per l’utente.
L’elemento impiegato per migliorare il fattore di potenza è il condensatore statico, che produce potenza reattiva, a differenza dei motori, dei trasformatori, e delle lampade a scarica, che per il loro funzionamento la richiedono.
Per quanto riguarda la progettazione dell’impianto di rifasamento, va ricordato che esistono tre tipi di impianti, cioè rifasamento distribuito, rifasamento per gruppi, rifasamento centralizzato.
Il rifasamento distribuito si basa sull’installazione di condensatori di opportuna potenza in parallelo e direttamente sui capi degli utilizzatori a basso fattore di potenza.
Il rifasamento per gruppi è caratterizzato dal fato di avere un’unica batteria di condensatori di appropriata potenza che serve più utilizzatori alimentati dalla stessa linea.
Il rifasamento centralizzato si basa sull’utilizzo di un’unica batteria di condensatori che rifasa tutto l’impianto.
La precauzione principale che si deve osservare in questo tipo di rifasamento è quella di disinserire la batteria di condensatori al termine del lavoro, evitando in questo modo di inserire nella linea di alimentazione potenza reattiva durante l’inattività dell’azienda.